Cronaca
9 Novembre 2018
In aula il racconto delle indagini nate quasi per caso nel 2010

Accusati di aver sfruttato una minorenne, in tre alla sbarra

di Redazione | 2 min

Leggi anche

Caporalato. “Senza contratto ci rifiutammo di lavorare”

"Ci eravamo rifiutati di lavorare perchè mancava il contratto". A parlare ieri (mercoledì 15 maggio) in aula, sentito come testimone, è stato un 29enne di nazionalità senegalese, tra gli operai impegnati a svolgere le operazioni di bonifica del focolaio di aviaria che scoppiò il 5 ottobre 2017 nello stabilimento Eurovo di Codigoro, dove gli inquirenti, coordinati dal pm Andrea Maggioni, avrebbero scoperto un vasto sfruttamento di manodopera di lavoratori stranieri

Droga, armi e soldi. In carcere l’ex ultras e il suo sodale

Sono il 57enne Alessandro Casolari, storico nome del Gruppo d'Azione e del movimento ultras di fede spallina, e il 50enne Roberto Roma, già noto alle forze dell'ordine, i due uomini finiti in manette e portati nel carcere di via Arginone dai carabinieri nella mattinata di lunedì 13 maggio, a seguito di un'inchiesta coordinata dal pm Ciro Alberto Savino della Procura di Ferrara

Finanziere accusato di tentata induzione, patteggia oltre un anno

Un anno e cinque mesi. È quanto ieri (mercoledì 15 maggio) ha scelto di patteggiare, davanti al gup Silvia Marini, un operatore della Guardia di Finanza, ora in pensione, accusato di tentata induzione indebita per una serie di episodi avvenuti tra l'agosto e l'ottobre del 2022

Sono dei documenti d’identità falsi e, soprattutto, le intercettazioni a pesare nel processo a carico di tre persone, accusate a vario titolo di aver sfruttato la prostituzione di una giovane donna romena, ai tempi ancora minorenne.

Alla sbarra davanti al tribunale in composizione collegiale ci sono C.S. di 37 anni, F.B., donna di 51 anni  e M.B. anche lui di 51 anni (ci sarebbe anche un altro imputato ma è introvabile e nei suoi confronti il processo è sospeso), tutti parenti e di nazionalità romena, difesi dall’avvocato Fabio Chiarini.

L’udienza di giovedì 8 novembre è stata l’occasione per sentire come si sono svolte le attività d’indagine da parte della Squadra mobile di Ferrara, che poi passò il caso – risalente ormai al 2010 nei suoi primi sviluppi e poi conclusa nel 2011 – alla Dda di Bologna. Tutto è nato un po’ per caso, ma l’indagine è sbocciata grazie all’intuito dei poliziotti. Due degli imputati vennero fermati da una pattuglia delle Volanti per un controllo in auto, in via Veneziani, nel settembre del 2010 e uno di loro – il passeggero – venne trovato in possesso di due documenti d’identità di una ragazza: uno vero in cui la ragazza era nata nel 1994 e uno falso in cui la ragazza era nata nel 1992. I poliziotti, intuendo che ci fosse qualcosa sotto, segnarono anche il codice Imei dei due telefonini in loro possesso.

Una settimana dopo la stessa ragazza venne fermata mentre si trovava in strada (poco distante da via Veneziani) e trovata in possesso di un documento falso, che le valse una denuncia: lì c’era una sua foto che risultava già essere presente negli archivi degli inquirenti, proveniente da uno dei due documenti sequestrati  pochi giorni prima. Da qui nascono le indagini e le attività di intercettazione telefonica (sfruttando proprio la conoscenza degli Imei) che evidenziano i contatti tra i due uomini e la ragazza – al punto che lei aveva un telefonino intestato a uno dei due – e soprattutto i contatti della ragazza con l’unica donna imputata: dalle conversazioni emerge che tra le due ci fosse un rapporto di lavoro più che di semplice conoscenza.

Tra i testimoni è stato sentito anche il titolare della struttura che ospitava la ragazza nella periferia di Ferrara, che ha detto che per quel che risultava a lui, lei era maggiorenne, festeggiò addirittura i 20 anni nella struttura stessa.

L’udienza è stata rinviata al prossimo 31 gennaio, data nella quale verranno sentiti proprio gli imputati.

Grazie per aver letto questo articolo...
Da 18 anni Estense.com offre una informazione indipendente ai suoi lettori e non ha mai accettato fondi pubblici per non pesare nemmeno un centesimo sulle spalle della collettività. Il lavoro che svolgiamo ha un costo economico non indifferente e la pubblicità dei privati non sempre è sufficiente.
Per questo chiediamo a chi quotidianamente ci legge e, speriamo, ci apprezza di darci un piccolo contributo in base alle proprie possibilità. Anche un piccolo sostegno, moltiplicato per le decine di migliaia di ferraresi che ci leggono ogni giorno, può diventare fondamentale.

 

OPPURE se preferisci non usare PayPal ma un normale bonifico bancario (anche periodico) puoi intestarlo a:

Scoop Media Edit
IBAN: IT06D0538713004000000035119 (Banca BPER)
Causale: Donazione per Estense.com